“La costruzione di un amore spezza le vene delle mani mescola il sangue col sudore se te ne rimane. La costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un altare di sabbia in riva al mare…”
“La costruzione di un amore” Ivano Fossati
Troppo spesso ci sediamo pigramente nella comoda definizione della coppia come unione di due individui ma, poche volte, consideriamo la coppia come un universo a sé, ben definito, e soprattutto come un’entità unica al mondo, con una sua identità, cultura e codici propri; con una sua storia, passata, presente e futura.
Quante volte veniamo a conoscenza, direttamente o indirettamente, di coppie che rinunciano, troppo velocemente o troppo violentemente, alla possibilità di scrivere una storia futura! Litigi, separazioni, battaglie legali ed altro sono il risultato più del riconoscimento di sè, come individuo, che non come metà di una coppia.
Quante volte le coppie sprecano energie per parlare delle loro manchevolezze, di ciò che dovrebbe essere, di ciò che avrebbe dovuto dire o fare l’altro, facendo sì che ogni sentimento, ogni energia, ogni ricordo, ogni possibilità di incontro svanisca totalmente?
Nel mio lavoro e nella mia vita mi imbatto costantemente in questa realtà e lotto affinché le coppie possano conoscere ed imparare un altro modo per vivere bene insieme. Possano scoprire che uno dei segreti è parlare di tutto, dei figli, degli amici, di se stessi, dei propri sogni, della loro sessualità e delle mal sopportazioni; che insieme possono combattere per non farsi rubare il tempo dallo “scontato” e dalle abitudini; che possono “guardarsi le spalle come due lottatori” per tutelarsi dai pericoli; che la fedeltà può essere un plus-valore conquistato e non una resa; che la lealtà ed il coraggio della trasparenza potrebbero essere il terreno di una nuova sfida; che l’amore è l’elemento su cui costruire i rapporti affettivi, ma che da solo non basta.
Nella terapia di coppia, infatti, il difficile compito è riequilibrare le “forze” interne alla relazione. Il primo passo perciò, è quello di trovare chi dà di più o chi prende di più, per poi riequilibrare il dare ed il prendere.
Infatti quando la situazione è squilibrata, le cose non funzionano. Non è permesso dare di più di quanto l’altro non possa o non voglia restituire. In questo modo, sin dall’inizio, viene stabilita la misura di quanto si possa dare.
Ogni relazione inizia col dover rinunciare a qualcosa, “cosa sei disposto a perdere”, poiché la misura del dare e del prendere è limitata. E’ limitata in ogni relazione.
Una terapia di coppia, quindi, deve far leva su ciò che di buono e di vero è rimasto e su questi elementi ricominciare la faticosa risalita. Ripartire da dove ci si è lasciati, e lasciarsi guidare nel recupero di quei sogni che sembrano persi ed imparare di nuovo ad aver fiducia nell’altro
“… ma un finale andrebbe guardato sempre dalla sponda di un letto e riletto cento volte in cento anni fino a poterne parlare senza affanni. Un amore andrebbe sorvegliato sempre da una porta di casa e richiamato cento volte al minuto e protetto con le mani dagli inganni protetto con gli occhi dagli anni eh, sì che un finale andrebbe guardato sempre dalla sponda del mare e ricordato cento volte in cento anni fino a poterci pensare senza affanni”
“Baia senza vento” Fiorella Mannoia